sabato 25 aprile 2015

Situazioni

Urlai, non so se di piacere, di disperazione o rassegnazione. Lui mi baciò forte per coprire le grida. Poi si staccò e si distese accanto a me, respirando profondamente. Teneva la sua mano sinistra sulla mia gamba destra e me l'accarezzava piano.
Girò la testa verso di me, mi sorrise. «Bel film, vero?» io annuii, spaesata.
Pensai che il suo viso era molto dolce in quel momento, ma non era quello che volevo. Era come se G. si trovasse seduto ai piedi del letto e ci stesse guardando. Qualunque fosse stato il suo sguardo, non importava. Era quello che volevo.
In quel momento avrei potuto gridare il suo nome, anche se era fuori luogo. D'altronde sono una persona perennemente fuori luogo. Avrei potuto farlo, ma le mie urla non erano dedicate a lui, e non erano provocate da lui, anche se avrei voluto, anche se ci pensavo. Le mie urla erano senza valore, senza piacere, senza amore. Quanto odiavo Luca, quanto odiavo le sue mani, quanto odiavo G. che non era lì, che non ci sarebbe mai stato. Quanto mi mancava G.
G. mi ha fatto sentire come la sua Vergine Maria personale, Luca invece come la più sporca e stupida delle puttane. Eppure perché allora era Luca quello che mi cercava? Forse non avevo capito nulla o il destino stava facendo un altro dei suoi stupidi giochetti?
Perché ci prendevamo in giro in quel modo?

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